The work
L'euforia di quel giorno, però, aveva fatto riemergere anche memorie dellŽaltra sponda. Aveva risvegliato, soprattutto in Stefano, il ricordo di vendemmie lontane nella vigna di famiglia, di quando da ragazzo prendeva parte alla raccolta dei grappoli, al trasporto dellŽuva in paese, alla pigiatura a piedi nudi in grossi tini. Aveva riproposto un mondo che gli era appartenuto, di confronti tra anziani su come evitare lo spunto nelle botti, di massime sul caldo umido, insidioso per lŽuva, (Žanno di porcini, nemico per i vini"), di ritornelli con licenze al pudore, di sorsate di mosto ŽrubateŽ, di sguardi non proprio innocenti a coetanee procaci, di carezze su un bel viso arrossato, quasi una promessa, mai dimenticata. Era lŽadolescenza, la prima giovinezza. Quei ricordi accesero il desiderio di rivedere, sotto il sole settembrino, gli stessi luoghi, di ritrovarsi dentro la vigna dei suoi per riprovare le stesse sensazioni, il piacere di assaporare uve diverse, condividere la spontaneità di parole, di gesti, di confidenze. Sapeva bene che quel mondo, ormai, era diventato altro, ma restava vivo il richiamo dei luoghi, dei segni materiali di una realtà che gli era familiare: la forma trapezoidale di un colle, una solitaria chiesetta medievale, il rudere di un nuraghe, una domu de janas, un muro a secco, una vecchia capanna, un corso dŽacqua, se pure inquinato. Lo avrebbe detto chiaro, in quel momento, a voce alta, a dispetto del rifiuto per i tanti mali dellŽisola, se non avesse temuto lŽironia di Emma.
|